MEET OUR CONTRIBUTORS: Saghar Setareh di Lab Noon
Text: Bottega Buonarroti - special thanks to Isabella Fantigrossi, Cook Magazine
Images: Saghar Setareh & Slow Picture Studio
Images: Saghar Setareh & Slow Picture Studio
Teheran e Roma. L’Iran e l’Italia. Uno il Paese in cui è nata, nel 1985, l’altro quello che l’ha adottata nel 2007, subito dopo la laurea in comunicazione visiva all’università Azad di Teheran e la specializzazione in grafica e fotografia all’Accademia di Belle arti di Roma. Paesi diversi e lontani che, però, nel cibo di Saghar Setareh trovano un magico punto in comune. «Nella cucina troviamo i veri legami e le unicità, indipendentemente da ciò che dicono i nostri passaporti — le piace raccontare, fotografa, cuoca, food stylist e organizzatrice di corsi di cucina e tour gastronomici in giro per Roma —. Questi sapori e incontri sono il cuore delle mie storie e delle mie ricette». E allo stesso modo questi due poli trovano un inedito punto di convergenza sul suo account Instagram e nel suo blog, Lab Noon, nato nel 2014, il cui nome tiene dentro la parola laboratorio e noon, in inglese mezzogiorno e in persiano pane. Come a dire che il mix di lingue e culture innerva tutto della vita di Saghar Setareh.
Così parla di sé nella bella presentazione del suo sito (due volte finalista ai Saveur Blog Awards): «Niente ha segnato la mia vita come ha fatto l’esperienza dell’immigrazione. Ciascuna di queste terre, Iran e Italia, vive in me e nell’altra io vivo. Una ha un guscio scuro e duro che protegge la sofisticata bellezza al suo interno, l’altra si mostra con la sua bellezza sbalorditiva a prima vista. Sono gli introversi e gli estroversi, l’Oriente e l’Occidente. Entrambe sono ricche di storia e cultura antica. Una è il mio passato e l’altra il mio presente. Si fondono l’una nell’altra in sequenza, proprio come il giorno si trasforma in notte e la notte albeggia nel giorno»
E la sua cucina allo stesso modo. Nel suo lavoro quotidiano è tutto un costante intrecciare sapori italiani e sapori persiani. Pur tenendo vive le differenze. In Iran, per dire, ama raccontare Saghar Setareh, i palati sono inconsciamente ossessionati dall’equilibrio tra grasso e acido: ogni pasto a base di carne, per esempio, viene completato sempre da qualche ingrediente aspro, che siano sottaceti o yogurt. Mentre in Italia, la magia sta nella combinazione di pochissimi ingredienti ma eccellenti. E così sono nate ricette come il riso pilaf alle erbe servito con il pesce alla curcuma. Oppure il risotto alle lenticchie con un twist persiano.
Dal blog alle lezioni il passo è stato breve. Del resto, Saghar Setareh aveva cominciato a 19 anni a tenere corsi d’inglese in una scuola di Teheran. In Italia, invece, sono nati workshop e seminari creativi. Di fotografia, di cucina romana e persiana, di styling, a Roma e in giro per l’Italia. Il primo seminario nato un po’ per caso si era esaurito subito. Così l’attività è andata avanti. Insegna a usare la frutta nei piatti salati, le erbe fresche, a mettere lo yogurt dove non ce lo aspetteremmo. Il suo modo di raccontare Teheran a Roma. (Isabella Fantigrossi per Cook Magazine)